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Aristoteles - De generatione et corruptione » Camillo, Giulio L'idea del theatro - p. 65

Camillo, Giulio

L'idea del theatro


havendo davanti una massa di lana non
lavorata, potrebbe dir che quella fosse la
sua bereta, la sua cappa et le sue calze,
così disse Mosè che Dio creò il cielo et la
terra, intendendo di quella massa, donde
quelli si havevano a formare. Et Raimon-
do Lulio rende testimonio nel libro che
egli chiama il suo testamento, scritto men-
tre egli era ritenuto in Inghilterra, che
Dio creò una materia prima, poi la divise icona nota
in tre parti, et che del fior della più ec-
cellente fece gli Angeli et l'anime nostre,
dell'altra i cieli, et della terza questo mon-
do inferiore. Or questa materia prima
appartenente et alla massa celeste et a
questo mondo inferiore, è continuamente
sotto la rota non voglio dir della genera- icona nota
tione et della corruttione, come ha in co-
stume di scrivere Aristotele, percioché
questi vocaboli dispiacciono a Mercurio
Trismegisto, ma, secondo la sentenza di
lui, della dimostratione et del nascondi-
mento. Dice Mercurio nel Pimandro al XII
capitolo: «Sed appellationes quaedam fal-
sae homines turbant; neque enim genera-
tio vitae creatio est, sed latentis explicatio


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