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Vergilius Maro, Publius - Georgica » Varchi, Benedetto Lezzione delle arti - p. 18

Varchi, Benedetto

Lezzione della maggioranza delle arti


medesimo nel principio del suo libro che si chiama volgarmente Tegni, cioè arte) ha
tre processi, cioè si può ordinare et insegnare in tre modi: risolutivo, compositivo e
diffinitivo; de' quali avendo favellato altra volta, non fa mestiero di dichiarargli più,
ma diremo in quella vece che questo nome 'arte' si può pigliare in due modi:
propiamente e comunemente. Propiamente, quando si distingue da la scienza e da
tutti gli altri abiti intellettivi, come s'è dichiarato di sopra. Comunemente, si piglia in
più modi, perciocché alcuna volta si chiamano arti ancora tutte le scienze, senza
aggiugnervi o buone o liberali o nobili o altro epiteto alcuno, come si può vedere nel
primo libro dell'Anima; et in questo modo tanto significa arte quanto scienza, come
avemo dichiarato di sopra. Alcuna volta si piglia non per ogni scienza, ma solamente
per le scienze pratiche, et in questo modo si potrebbe chiamare arte ancora la pru-
denza, onde irragionevolmente fu ripreso da alcuni il Petrarca, quando disse nella
fine del sonetto "O tempo, o ciel volubil, che fuggendo":
Non a caso è virtute, anzi è bell'arte,
come dichiarammo lungamente altrove. Alcuna volta si piglia per uno abito acqui-
stato non con certa e vera ragione, ma da uno cotale uso e pratica, come si vede in
molte arti. Pigliasi ancora qualche volta per una pratica e consuetudine fatta, non
nell'anima razionale, ma nella cogitativa; e così non è altro che una sperienza. Pigliasi
ancora per uno aggregato di più cose. le quali siano utili alla vita umana, acquistisi
cotale aggregato o per ragione o per isperienza, et in questo modo si possono chia-
mare arti la gramatica e l'altre delle quali favellammo di sopra.
E perché ciascuno possa meglio comprendere questa materia, porremo alcune
divisioni dell'arti, e prima diremo che, dell'arti, alcune furono trovate per necessità,
alcune per utilità, alcune per dilettazione; e furono trovate parte dagli uomini inge-
gnosi, parte dagli uomini poveri, per sostentare la vita: perciocché, come diceva Ne-
rone, niuna arte è sì vile che non dia le spese a chi l'esercita; e furono trovate median-
te l'uso e la sperienza, onde Manilio scrisse nel suo libro d'astrologia:
Per varios usus artem experientia fecit.
E Vergilio nella sua Coltivazione:
Tum variae venere artes. Labor omnia vincit
Improbus et duris urgens in rebus egestas.


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