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Averroes - In Physicam » Varchi, Benedetto Lezzione delle arti - p. 22

Varchi, Benedetto

Lezzione della maggioranza delle arti


Ma venendo finalmente alla disputa principale, diciamo che per le cose soprad-
dette non è difficile il conoscere che, dopo l'arte della guerra – della quale non
volemo favellare oggi, non ci parendo che i suoi grandissimi giovamenti vengano
senza grandissimi danni, e giudicando che usarla per arte propia sia non solo
biasimevole, ma empio –, la medicina è la più degna e la più nobile di tutte l'altre, e
la cagione è perché ha il suo fine più nobile e più degno, il quale è, come si disse di
sopra, o conservare la sanità dove ella è, o indurla dove manca; alla cui nobiltà se ne
aggiugne un'altra, cioè quella del subbietto, il quale avanza di gran lunga e trapassa
tutti gli altri, essendo l'uomo infinitamente più perfetto di tutte le cose mortali. E
così la medicina, e quanto al fine e quanto al subbietto, è nobilissima; e perché alcu-
ni, credendo nobilitarla, dicono che ella non è arte meccanica, cioè fattiva, avemo a
sapere che in questa parte ella è inferiore a molte altre, conciossia che ella si debba
più tosto chiamare rabberciativa che fattiva, perciocché ella non fa mai di nuovo, ma
racconcia sempre e corregge, onde la chiameremo correttiva; perciocché, o conservi
ella la sanità o la induca, non fa altro che correggere, benché ora più et ora meno,
come intendono i medici. È ancora inferiore a molte altre arti, perché il medico non
solo non vince la natura, ma non l'imita ancora, ma è suo ministro, non essendo egli
quello che induca e conservi la sanità principalmente, ma la natura mediante l'arte e
l'opera di lui, come si disse lungamente nel primo trattato della Quistione d'archimia;
benché nel vero il medico non è sempre ministrativo, come è sempre correttivo,
perché pare che operi alcuna volta senza la natura, come quando o racconcia l'ossa o
taglia la carne fracida. E qui è d'avvertire che favelliamo del medico quanto all'arte
della medicina, e brevemente come medico, il quale, in cotal modo considerato, è
senza alcun dubbio il più nobile di tutti gli artisti. Ma perché al medico vero e scien-
tifico si ricerca ancora necessariamente la filosofia naturale, come ne mostra il nome
stesso, onde il Petrarca:
E se non fosse la discreta aita
Del fisico gentil(e),

perché il medico comincia dove il filosofo fornisce. et è in un certo modo la medicina
subalternata alla filosofia, pigliando da lei molti principii, come è chiarissimo,
verbigrazia, gli elementi esser quattro: viene il medico a essere ancora <il> più nobile
fra gli scienziati, eccettuato solamente il metafisico o vero il filosofo divino. Onde
potemo dire che un medico, ricercandosi in lui così la scienza della filosofia come
l'arte della medicina, si debba, se è vero medico, e lodare et onorare più che niuno
altro, arrecando maggiore utilità alla vita umana, e nel più nobile subbietto, che
alcuno altro. E se quegli che disputano qual sia più nobile, o un medico o uno dotto-
re di leggi, distinguessero, come è necessario, da uno medico pratico, il quale non


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