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Simplicius - In Physicam » Plato - Timaeus » Varchi, Benedetto Lezzione delle arti - p. 30

Varchi, Benedetto

Lezzione della maggioranza delle arti


non può essere eccellente senza l'altra, e così uno ottimo artista ha bisogno d'amendue,
come ne dimostrano assai chiaramente questi suoi versi:
Natura fieret laudabile carmen, an arte,
Quaesitum est. Ego nec studium sine divite vena,
Nec rude quid prosit video ingenium; alterius sic
Altera poscit opem res et coniurat amice.

Tratta ancora Quintiliano questa medesima disputa nell'Oratore; ma perché n'avemo
parlato altrove, non diremo altro in questo luogo se non la resoluzione, cioè che uno
eccellentissimo o poeta o oratore e più obligato all'arte che alla natura, se ben non
può essere perfetto senza amendue.
Fu nel tempo de' padri o avoli nostri grandissima disputa fra due greci di gran-
dissimo nome (benché, a giudizio mio, tanto e più doveva cedere il Trapezunzio al
Bessarione nelle lettere, quanto gli era inferiore di degnità): se l'arte consultava e
deliberava; e ne scrissero l'uno e l'altro – come si può vedere da chiunche vuole -
lungamente. Ma perché, oltra che 'l tempo nol ci consente, n'avemo disputato altra
volta, non diremo se non la resoluzione di questo dubbio, il quale nel vero è chiaris-
simo, come si può vedere per le parole medesime d'Aristotile nel III dell'Etica: cioè
che l'arti consultano e deliberano, e molte volte molto più che le scienze non fanno,
come si vede manifestissimamente nella medicina, nell'arte del navigare et in tutte
l'altre conietturali. Bene è vero che mai non consultano del fine, ma sempre dei mezzi
a esso fine conducenti; et in questo modo si debbe intendere Aristotile, quan-
do dice che l'arte non delibera, ancorché gli spositori greci intendano nell'arti che
non sono conietturali. Et è maraviglioso a pensare come il Trapezunzio, essendo
uomo greco e faccendo professione non solo di oratore, ma di filosofo, erri tanto e
tanto fuori di ragione nell'interpretare quelle parole d'Aristotile che dicono: se l'arte
fusse nel legno, ella non consultarebbe.
Dubitasi ancora e disputasi, qual più possa, o l'arte o la sperienza; e ricercandosi
in un medico perfetto ambedue queste cose, che sia meglio, quando mancasse d'una
di loro, o medicarsi da uno il quale fusse buon pratico senza scienza, o bene scienzia-
to senza pratica. Al che rispondendo, diciamo che tra l'arte e la sperienza possono
essere due differenze: una nel conoscere, perché la sperienza conosce solamente le


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