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Varro, Marcus Terentius - luogo non identificato » Bruno, Giordano De l'infinito - p. 450

Bruno, Giordano

De l'infinito, universo e mondi


essere gli mondi che in diverse regioni di quello per me-
desima raggione si denno intendere et essere che questo
in cui abitiamo noi, questo spacio e regione s'intende et è:
come ne gli prossimi giorni ho raggionato con Elpino, ap-
provando e confirmando quello che disse Democrito,
Epicuro et altri molti, che con gli occhi più aperti han
contemplata la natura, e non si sono presentati sordi alle
importune voci di quella:
Desine quapropter, novitate exterritus ipsa,
expuere ex animo rationem: sed magis acri
iudicio perpende, et si tibi vera videtur,
dede manus: aut si falsa est, accingere contra.
Quaerit enim rationem animus, cum summa loci sit
infinita foris haec extra maenia mundi;
quid sit ibi porro, quo prospicere usque velit mens,
atque animi tractus liber quo pervolet ipse.
Principio nobis in cunctas undique partes,
et latere ex utroque, infra supraque per omne,
nulla est finis, uti docui, res ipsaque per se
vociferatur, et elucet natura profundi.

— Crida contro l'ottavo argumento, che vuole la natu-
ra fermarsi in un compendio: perché, benché
esperimentiamo in ciascuno ne' mondi grandi e piccioli,
non si vede però in tutti; perché l'ochio del nostro sen-
so, senza veder fine, è vinto dal spacio inmenso che si
presenta; e viene confuso e superato dal numero de le
stelle che sempre oltre et oltre si va moltiplicando: di
sorte che lascia indeterminato il senso, e costrenge la
raggione di sempre giongere spacio a spacio, regione a
regione, mondo a mondo:
Nullo iam pacto verisimile esse putandum'st,
undique cum vorsum spacium vacet infinitum,
seminaque innumero numero, summaque profunda
multimodis volitent aeterno percita motu,
hunc unum terrarum orbem, caelumque creatum.

Quare etiam atque etiam tales fateare necesse est


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