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Biblia, Rm » Della Porta, Giovan Battista Della celeste fisonomia - p. 47

Della Porta, Giovan Battista

Della celeste fisonomia

no, e piacevole furto; e così anco l'entimema, i sillogismi, i sofismi, la poeti-
ca, la musica, et lo studio dell'Astrologia, e di tutta la Matematica. Significa
amici fedeli, indovini, sortilegi, auguri, et adorni di interpretation divina;
ancora mercanti, ambasciatori, oratori, et huomini che spesso ingannano
con astutia fraudolente. Significa ancora le fatiche di ciascun'arte, inventione
di cose occulte, e di secreti, parlar piacevole, giuditio sano, delitie, piaceri,
ambitioni, guadagni, e tributi, e ciò che si va cercando più tosto per causa
di gloria che di utilità. Et ancora simulata riconciliatione, affetto dubbioso
et avviluppato, vil compassione d'animo, canto di voce poco piacevole, ma
mano diligente in ogni acuto mestiero di ciascun'arte, et ingegno molto ap-
propriato così ad una maravigliosa inventione di cose occulte, come anche
alla presta perfettione di esse
.

Che tali costumi sono causati dal temperamento, non dalla stella.
Cap. XL


Galeno dice che gl'huomini colerici sono acuti, piacevoli, e maci-
lenti
. Gli Astrologi dicono che Mercurio orientale è caldo, per-
ciò Galeno dice in molti luoghi che i colerici sono caldi, e sec-
chi. Gli occhi gialli e i capelli biondi dinotano lo stesso. Oltre
di ciò Galeno nel libro de i Dogmi d'Hippocrate dice che è ef-
fetto della colera acuire i sensi
. Et nel libro della Notomia de i vivi dice dalla
colera viene l'incostantia, la sottilità e l'acutezza, la svegliatezza, l'audacia,
l'elevatione, la memoria, e velocità nel rispondere
. E nel libro della Natura
humana
: L'acutezza et intelligentia dell'anima viene da succo colerico, e
così in mille altri luoghi. Perciò dicono che cotesti Mercuriali sono giudi-
tiosi et intelligenti, e desiderosi di apparare tutti i secreti, e con più facilità
apparano la rettorica e la grammatica, e perciò vanno spesso ambasciatori.
L'humore è acuto, e perciò li fa solleciti, e particolarmente in raccorre ric-
chezze. Et perché son secchi, non sono lussuriosi, e non gli piace se non ille-
cita e profana lussuria; perciò fan poco conto delle mogli e de i figli, e per-
ché sono secchi, sono avidi, parchi, che non curano perigli o fatiche per lo
guadagno.
Ecco qui la effigie di Giovanni Pico della Mirandola.
Fu Giovan Pico Mirandolano di color giallo, sottile, et di misurata quan-
tità di corpo, di occhi piccioli, gialli, di faccia lunga, di naso lungo e sottile, e
di labbra sottili, di faccia puerile, ma con tutto ciò bella, che quasi pareva
angelica. Fu di tanta altezza d'ingegno e di memoria, che meritamente tra i
mortali era chiamato co'l nome di Fenice; di facondia incomparabile nel
dire e nello scrivere, che atterriva tutti dallo scrivere, fu Filosofo, e Mathe-
matico, cercò i secreti della Teologia. Fu anche di costumi sceltissimi, e di
candor d'animo, visse casto, tal che morì vergine, di poco cibo e bere, et af-


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