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Aristoteles - De generatione et corruptione » Della Porta, Giovan Battista Della celeste fisonomia - p. 105

Della Porta, Giovan Battista

Della celeste fisonomia


ne, Venere nel Toro et nella Libra, Mercurio ne i Gemelli et nella Vergi-
ne. Finalmente Marte segna con macchia rossa, Saturno con nera, il Sole
con gialla, Venere con rossa, Giove et la Luna con bianca, Mercurio con
varia. Dà ancora la Luna il corpo bianco, variato di molte macchie. Ma la
cosa va altrimenti, perché le macchie non vengono da i pianeti o da i segni,
ma da gli humori, perché non Saturno, ma l'atra bile <dà le> macchie nere, et
la colera le dà gialle, il sangue rosee, et la flemma bianche, et dal meschia-
mento de gli humori vengono varie, non da Mercurio. Dal sangue scaldato
vengono rosse o fiammeggianti, non da Marte; et da varie sorti di colera,
nascono varie; dalla colera porracea o verde vengono verdi; dalla gialla
vengono gialle, le quali più facilmente possono vedersi ne i corpi delle don-
ne, havendono elleno il corpo più bianco, et più delicato. Et cotali humori
quei luoghi principalmente sogliono infettare, ove sogliono stare, le bian-
che per lo più nella faccia ove vengono dal cervello; le nere sogliono stare
nel petto, ove è la milza; le sanguigne nel ventre, ove è il fegato, et le gialle
per tutto il corpo, come gl'inarcati, et nelle coste, ove risiede la vessica del
fiele. Sono ancora simili macchie ne gli altri animali testimonii di perpetua
bontà, o vitio.

Le operationi de i Medici delle macchie delle donne gravide.
Cap. II


È tale la forza e potenza della imaginativa, che quando la donna
nel concepire guarda alcuna cosa troppo fissamente, o essendo gra-
vida, gli vien desiderio grande di alcuna cosa, imprime nel tenero
corpicciuolo del fanciullo varie forme di cose, come sigilli, come
a dir nevi, macchie et verrucole, che non di facile si possono to-
gliere et scancellare. Allo spesso, per lo guardar fiso un lepore, partoriscono il
fanciullo co'l labro di sopra spartito in due. Cose simili sogliono operare gli
artefici della natura ne gli altri animali, mettendogli avanti a gli occhi varii
colori di cose su'l momento stesso del concepire. Del quale stratagema si
servì Giacobbe, che havendo da passo in passo poste per terra et avanti a gli
occhi alcune verghe, a' quali havea tolte le scorze, fè venire la maggior par-
te del gregge con la pelle macchiata, e di diverso colore; così anche noi hab-
biamo fatto venire gli uccelli dipinti, et così gli cani, et i cavalli stellati et
segnati. Plinio dice, le imagini comprese et tirate dalla mente, nel momento
del concepire, et il pensiero all'hora nato di qualunche cosa, si crede che
faccia cose a sé simili, et che meschi le forme, et perciò sono più le differen-
ze nell'huomo che ne gli altri animali, perché la velocità de i pensieri, et la
celerità dell'animo, et la varietà dell'ingegno, imprime segni di molte for-
me, havendono gli altri animali gli animi immobili, et simili a tutti, et a
ciascuno nel suo genere
. Così ancora vediamo la carne del porco selvaggio
co' peli nella faccia de i fanciulli, macchie rosse di vino, et li frutti del moro,


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