BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Plautus, Titus Maccius - Bacchides » Guicciardini, Francesco Le cose fiorentine - p. 48

Guicciardini, Francesco

Le cose fiorentine


secondo dice el Poggio et non altri, volendo tentare di fuggire tanti travagli,
mandò imbasciadori a Firenze offerendo lasciare libera Cictà di Castello et Pe-
rugia, pure che rinnovassino la pace et desistessino da travaglare lo Stato della
Chiesa: la quale non solo per captivo consiglo fu rifiutata, ma pendente la pra-
tica, alla quale simulatamente furono dati orecchi], parendo agli Octo che a
indebolire lo Stato della Chiesa et assicurare la cictà nostra fussi necessario
levare Bologna dalla obedientia sua, non cessavano con varie pratiche tenute co'
Bolognesi secretamente, et in specie con quelli de' Bianchi et da Loiano, solle-
icona nota citargli alla rebellione. La quale, per esservi messer Giovanni Aguto con grossa
gente, non sarebbe seguita facilmente se el legato si fussi ricordato di quello
che era intervenuto al governatore di Perugia per volere ricuperare Cictà
di Castello; ma mentre che, non temendo bene di questo, mandò messer Gio-
vanni Aguto con gli Inghilesi a recuperare Granarolo, castello in Faventino, che
in quelli dì si era ribellato, e' Bolognesi, non volendo perdere tanta occasione,
[a dì 20 di marzo 1375, secondo dice Marchionne], si ribellorono, et subito
icona nota vi furono potenti gli aiuti de' Fiorentini; in modo che per la grandeza del
popolo et. per la qualità del soccorso non vedendo messer Giovanni essere
sufficiente a recuperarla, si riduxe in Faenza, cictà che perseverava nella de-
icona nota votione della Chiesa, dove intromesso non lasciò indrieto cosa alcuna di quelle
che soglono fare gli inimici nelle terre che hanno prese per forza, et in ultimo,
non vi essendo più che rubare et straccha se non satia la luxuria, [dice Leo-
nardo et Poggio che la vendè al Signore di Ferrara per prezo di ducati ....]. icona nota
L'anno medesimo 1375 andavano augumentando e' semi delle discordie,
le quali pocho tempo poi condussono quasi in ultimo exterminio la cictà.
È decto nel precedente libro quanto fussi potente et sanguinosa la divisione
de' guelfi et ghibellini, et come doppo molti travagli la parte guelfa, favorita
dal popolo, con aiuto di Carlo primo distrasse totalmente la ghibellina, con-
tinuando atrocemente a perseguitarla mentre che o gli imperadori hebbono
piede in Italia o che le reliquie de' ghibellini fuorusciti furono sì potente che
tenessino gli inimici in ragionevole sospecto; et a questo benchè concorressi

pagina successiva »
 
p. 48