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Vergilius Maro, Publius - Georgica » Guicciardini, Francesco Le cose fiorentine - p. 61

Guicciardini, Francesco

Le cose fiorentine


l'utilità privata, et che sperassino bene della voluntà del pontefice, a' quali
Sua Sanctità sarebbe amorevole et clementissimo padre ogni volta che
intendessi el popolo havere aperti gl'occhi, nè volere credere più a chi cre-
sceva dalla guerra che alla verità stessa. Con queste et altre parole si sfor-
zorono gli imbasciadori tòrre agli Octo auctorità apresso al popolo, ma in-
vano, perchè potevano più le loro egregie opere, el credito che havevano con
la moltitudine et lo odio degli ammunitori, che erano in secta scoperta contro
a questi. Però non molto poi agli Octo, a chi era dal principio della guerra
stato continuato el magistrato, fu prolungato per uno anno; et erano chiamati
vulgarmente gli Octo Sancti. Et crescendo ogni dì più la indignatione de-
gl'huomini contro al pontefice, sanza tenere più conto alcuno delle censure
sue, furono sforzati per tucta la ciptà et el dominio e' sacerdoti a celebrare
in publico e' divini officii, [et operato, credo, che tucti e' collegati facessino
el medesimo].
Le cose della guerra intratanto procedevano variamente, perchè nella
Marca s'hebbe prosperità [havendo, dice el Poggio, el capitano Lucio ropto
a bactagla ordinata el signor Ridolfo, che quasi solo fuggì in Talentino, et
gli stendardi suoi mandati a Firenze; et dice Leonardo, sforzatolo a lasciare
Fabriano] icona nota ; la quale victoria et e' tristi portamenti ne' luoghi amici de' Brec-
toni feciono di nuovo ribellare alla Chiesa San Lupidio et molte altre terre;
[et, dice Poggio, lo Auguto, havendo prima facto partire da campo da Gros-
seto messer Ramondo nipote del papa, entrato nel Ducato faceva molti danni
alle terre della Chiesa. Da altro canto nel Patrimonio e' Brectoni, entrati per
virtù di uno tractato in Bolsena, l'havevano crudelissimamente sacheggiata
et arsa]; et, quello che importò più a' Fiorentini, e' Bolognesi, stracchi per
si lunga guerra, volontariamente et d'accordo si erano riconciliati col ponte-
fice. Però in questo contrapeso delle cose, essendo l'una parte et l'altra affa- icona nota
ticata per le grave spese, et essendo molesto al papa lo exemplo della diso-
bedientia dello interdecto, furono facilmente uditi e' conforti di messer Ber-
nabò, che mosse ragionamento della pace [dice Leonardo che messer Ber-
nabò fu quello che la confortò; dice Poggio che el papa mandò el vescovo di
Urbino a Firenze a proporre che la rimecterebbe in messer Bernabò loro
collegato, et che la cictà, insospectita di questo, stecte dubia, pure finalmente
mandò imbasciadori a pregare messer Bernabò che si interponessi]; et,

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