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Homerus - Odyssea » Guicciardini, Francesco Le cose fiorentine - p. 81

Guicciardini, Francesco

Le cose fiorentine


nel cuore el desiderio della libertà, non per altro che per tormento vostro, poi-
chè non siate capaci nè a cognoscerla nè a usarla».
Passorono queste ultime parole in proverbio, in modo che per molti anni
in ogni movimento della cictà era ricordato da molti: ecco le maladictione del
Barbadoro. Si crede che del tractato fussi qualche cosa in gente bassa, ma
che in questi presi fussi sospecto vano, et che la rabbia degli inimici gli con-
ducessi alla morte. Però è facile coniecturare quale fussi lo stato della cictà
vedendo el governo ridocto in mano d'huomini che non si satiavano se non
dell'ultimo supplicio, et dalla rabbia de' quali non assicurava nè la innocentia
nè le eminente qualità. Fu poi, per quietare la cictà et per el dubio che have-
vano gl'huomini del governo che non fussi tracta una Signoria contraria, data
auctorità a dua per Arte di praticare e' modi del riposo; e' quali havendo con-
chiuso certi ordini, gli quali innanzi si publicassino furono, benchè con diffi-
cultà, approvati ne' Consigli opportuni. Questi feciono de' grandi venti popolani
et a trentanove dectono divieto dagli ufici per tre anni, tucti della parte adversa
et de' popolani più potenti; riduxono a popolo venti de' grandi; et ordinorono
che a ogni priorato e' Signori et Collegi eleggessino gli Octo di Guardia, e'
quali si erano facti prima qualche volta ne' tempi sospecti; et rifeciono la borsa
de' quactro proposti delle Arte, la quale pochi mesi innanzi era stata levata,
che havevano auctorità di ragunare, quando era di bisogno, le capitudine. Et
per le inquisitione cominciate alla decapitatione el capitano del Popolo decte
bando a messer Lapo da Castiglonchio, a circa quarantasei di varie conditione.
Crescevano intanto e' sospecti delle gente di Carlo, le quali con Giannozo da Sa-
lerno erano venute a Rimini, et con loro molti fuorusciti che gli sollecitavano a
passare in Thoscana. Però fu electo messer Giovanni Aguto capitano la prima
volta de' Fiorentini con provisione per la persona sua di fiorini mille al mese
et con lancie trenta per sei mesi; et havevano e' Fiorentini a soldo cinquecento
lancie et fanti trecentocinquanta.
Seguita l'anno 1380, tumultuoso di fuora et drento non più quieto che el
solito; perchè, anchora che varie pratiche fussino state con la compagnia di
San Giorgio et con messer Giannozo da Salerno, che erano venuti in quello di
Siena per essere parati alla voluntà di Carlo et che dicevano volere passare per
quello di Firenze come amici, nondimeno, entrati in quello di Firenze, comin-
ciorono a fare danni, et per la via di Pesa si accostorono a Firenze a octo mi-
gla per appressarsi più, sperando che per rispecto degl'usciti che erano con
loro la cictà facessi novità. Et però, essendo anchora in quello di Siena, dove icona nota

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