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Plautus, Titus Maccius - Bacchides » Guicciardini, Francesco Le cose fiorentine - p. 92

Guicciardini, Francesco

Le cose fiorentine


l'una et l'altra amicitia, ho da desiderare che tra voi nascha guerra, della
quale, mentre durassi, non possiamo ricevere altro che molestie et travagli, et
el fine ci potrebbe essere dannoso, perchè la potentia vostra è tale che ogni
nuovo augumento vostro ci può essere sospectoso; et tanto più sarebbe quello
del conte quanto è più potente di voi. So che vi ricordate che nella guerra
che fece l'arcivescovo Giovanni a questa cictà, la famigla nostra, benchè ghi-
bellina et in particulare amica sua, fu causa che e' Pisani non piglassino le arme
per lui contro a voi. Et come hora militano in me le medesime ragione, così
milita anche el medesimo desiderio. Sono adunche apto mezo a tractare la pace,
essendo amico commune et a chi torna utilità della pace. Ma non sono anche
vano auctore, perchè, havendo tentato l'animo del conte, lo truovo in modo
inclinato, che non dubito si troverrà qualche honesto mezo, se voi per troppo
sospecto della guerra non farete accelerare la guerra, et se la paura di non po-
tere havere la pace non sarà cagione che facciate fuggire la pace. Le ragione,
per le quali el conte è alieno dalla guerra con voi, sono molte et che, raccontate,
vi farebbono facilmente capace. Ma io voglo che el buono animo mio et quella
auctorità che io mi persuado havere in voi, non per altro che per la observantia
che e' passati miei et io v'ho sempre havuta, possa tanto che vi disponga a prestare
fede a quello che io vi affermo. Mandate imbasciadori a Pisa, dove venendo e' vo-
stri verranno anche e' suoi, et vedrete per experientia che si troverrà qualche'
icona nota modo di quiete honesta et sicura».
Mosse la auctorità di questo huomo, et si mandorono gli imbasciadori in-
sieme con quelli de' collegati, dove furono anchora quegli del conte; et final-
mente si concluse una confederatione per tre anni tra el duca, Sanesi, Fiorentini
et Perugini. Dice Buoninsegni che questo anno si feciono e' Dieci con fatica
grande insino a ricòrre le fave per quartieri et per uficii, credo perchè el popolo
dubitassi che e' grandi non cerchassino la guerra. Scopersesi che Buonaccorso
Giovanni, che era stato gonfaloniere di septembre, haveva havuto danari per ri-
velargli segreti, però hebbe bando della persona et de' beni et fu dipinto. Ma
fu questa lega di pocha stabilità, perchè di nuovo el conte, querelandosi de'
Fiorentini, gli cacciò delle sue terre. Però scripsono a Vinegia, Genova et Pisa,
con gran laude di Coluccio, le lectere del quale furono in quella età di tanto
prezo, che el conte usava dire nuocergli più che mille cavalli. E' Sanesi et Peru-
gini Don acceptorono la lega, et di quactro imbasciadori che andorono in Fran-
cia, el marchese del Finale a instantia del conte ne prese dua. Mandò anchora

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