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Aristoteles - Physica » Guicciardini, Francesco Le cose fiorentine - p. 12

Guicciardini, Francesco

Le cose fiorentine


non ardischo affermare niente; et da uno canto è la fama commune che la
cictà fussi disfacta da Totila et poi nel ... reedificata da Carlo Magno, alla
quale non mi pare che repugni la ragione allegata da Lionardo, perchè, quanto
alla chiesa di San Giovanni, può essere che Totila, che era christiano, si
abstenessi da disfarla per reverentia della religione, come anchora accadde
a Roma; nè le reliquie degl'altri edificii concludono el contrario, perchè
rare volte si distrugge una ciptà insino a' fondamenti. Credo bene che in
ogni caso, perchè lo imperio di Totila et degl'altri Gothi durò poi pochi anni,
che gli habitatori tucti o la più parte vi ritornassino presto, perchè certo è
che intorno al duomo fu habitato; ma che, se è vera la opinione che poi
Carlo Magno la reedificassi, stessi in quello tempo sanza mura, et però sanza
frequentia grande di habitatori, essendone molti, et maxime e' nobili, ridocti
a habitare alle castella vicine, et, per la deboleza sua et controversia, da' Fie-
icona nota solarii et altri nobili del contado non fussi lasciata edificare di mura. Può
anchora essere che in questo tempo Firenze fussi habitata et havessi mura
come cictà, nè havessi bisogno di essere reedificata da Carlo Magno, ma che
icona nota icona nota lui la nobilitassi, maxime perchè Alcuino fa mentione lui essere stato in Fi-
renze, et ragionevolmente harebbe decto della reedificatione. Ma la cictà
può havere fomentata questa fama, perchè ne' tempi sequenti, essendo pre-
valuta in lei la parte guelfa, hebbe observantia grande alla corona di Fran-
cia, et tucti e' segni di devotione et le cerimonie, che si usano verso quella
icona nota casa nella entrata della Signoria, hanno havuto origine da questo et doppo

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