BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Pseudo-Dionysius - De divinis nominibus » Guicciardini, Francesco Le cose fiorentine - p. 115

Guicciardini, Francesco

Le cose fiorentine


sono grande sdegno, perchè non piace a persona vedere in altri quello che
può fare exemplo in sè. Et essendone nate grandissime confusione et quasi
la ruina di tucto el campo, furono e' Dieci, vedendo pocho altro rimedio, per
cassare Bernardone; ma non parve alla fine savio consiglo medicare la perdita
di uno valoroso capitano col privarsi di un altro miglore, et la necessità aiutò
questa deliberatione, perchè, havendo el Signore di Mantova bisogno di mag-
giore soccorso, il che a mostrare era venuto a Firenze Carlo Malatesta suo
cognato, vi fu mandato Fhilippo da Pisa con la compagnia sua et con quella
di messer Bartholomeo, che erano in tucto mille cavalli; et gl'altri s'assicurarono
et ricomposono con Bernardone. così in uno tempo medesimo si guerreggiava
gaglardamente in Thoscana et in Mantovano, dove e' Fiorentini havevano
tremila cavalli, quando sopravenne maggiore afflictione.
Alcuni giovani sbanditi di Firenze per delicti privati che erano a Bologna,
entrati in ragionamento di andare a amazare certi inimici loro, entrarono tanto
innanzi che, havendo conferito con altri, vennono in ragionamento di amazare
più di uno et di mutare lo stato. Capi di questa congiura furono Benedecto
Spini et Bastardino de' Medici, con chi si accostò Picchino Adimari, Thommaso
de' Ricci et Antonio Girolami. Questi con altri compagni, entrati in Firenze
di nocte, uscirono di certa casecta dove havevano havuto ricepto, armati, in sul
vespro, et andorono verso San Piero Maggiore per amazare messer Maso, quale,
per el caso che dice Leonardo, non havendo trovato, uccisono in Mercato Vec-
chio certi altri. Dixesi havevano intelligentia con altri che si levassino, et sperarono
che el popolo, malcontento del governo naturalmente et per accidente per molte
graveze, tumultuassi. Ma non gli essendo riuscito nè l'uno nè l'altro, si rin-
chiusono in Sancta Liperata, dove furono presi et in capo di pochi di deca-
pitati; et alcuni cictadini nominati da loro hebbono bando, et pochi di poi,
sapendosi che Pigello Cavicciuli n'haveva havuto notitia, fu preso et decapitato.
Questo fu d'agosto, et del medesimo mese, per la virtù di Carlo Malate-
sta, e' ducheschi in Mantovano furono ropti per terra et per acqua di grandis-
sima ropta. [ icona nota ] Fu necessitato per questa ropta el duca chiamare el conte
Alberigo, per che e' Fiorentini, restati superiori in Thoscana, afflixono mi-
rabilmente con prede et incendii el Pisano et Sanese. Ma in Lombardia
el Signore di Mantova ritornò presto ne' medesimi pericoli, perchè Carlo
Malatesta era partito et gl'aiuti de' collegati, giudicando le cose assicurate,
erano ritornati a casa, in modo che gli inimici travaglavano Mantova, nè gli aiuti

pagina successiva »
 
p. 115