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Eustathius - Commentarius in Hexaemeron » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 404

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


ciente, che non seguitino più di leggere, ma si ritor-
nino indietro, perciocché non sarebbero capaci di tanto
sottile e profonda materia; e perché si ricordava che
sebbene il subbietto suo era teologico, nondimeno egli
lo trattava poeticamente, usa una metafora o piuttosto
allegoria meravigliosissima, dicendo agli lettori: o voi
che, i quali; desiderosi d'ascoltare, per desiderio d'udire
il mio canto; siete seguiti, avete seguitato; in piccio-
letta barca, con debile ingegno o poca dottrina, come
disse nel principio del Purgatorio:
Per correr miglior acqua alza le vele
Omai la navicella del mio ingegno,
Che lascia retro a se mar sì crudele.

dietro al mio legno, dietro la dottrina ed ingegno
mio; e disse legno, pigliando la materia per la forma, o
il genere per la spezie, per dimostrare la differenza che
era dalla piccioletta barca di loro al grandissimo legno
di lui. che, il qual legno; varca, solca il mare e lo tra-
passa; cantando, scrivendo poeticamente; ed in questa
parola abbandonò l'allegoria per meglio dichiararsi.
Onde è da sapere che alcuna volta si lascia la metafora
del tutto senza più ripigliarla; alcuna volta si lascia, ma
vi si ritorna; alcuna volta non s'abbandona mai, ma
sempre vi si sta sopra, come fece Orazio in quella ode
sua leggiadrissima che comincia:
O navis, referent in mare te novi
Fluctus. O quid agis? Fortiter occupa
Portum,
etc.
tornate a riveder gli vostri liti; seguita la trasla-
zione, e non significa altro in sentenza se non, ritor-
natevi indietro donde partiste; non vi mettete in pe-
lago, non procedete più oltra, non v'affidate di venire
in alto mare, cioè allegoricamente, tornatevi ai vostri
studi bassi, e non vogliate entrare negli alti, cioè in


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