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Plato - Symposium » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 406

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


opera, dicendo: l'acqua ch'io prendo, stando pure in
sulla traslazione, cioè la materia che io scrivo; giam-
mai non si corse, non fu trattata mai più da alcuno. E
certamente chi vorrà considerare senza passione, co-
noscerà che niuno poeta di niuna lingua in niuno tem-
po trattò mai materia niuna nè più alta né più grave
di questa, né dove bisognasse maggior dottrina o in-
gegno più eccellente; ed io per me senza punto dubi-
tarne,
Se riverenza del buon tempo antico
Non mi vietasse dir quel c'ho nel core,

affermarei che l'Inferno che descrisse Omero insieme
con quello di Vergilio sono a comparazione di quello di
Dante, quali son le cose finte verso le vere, come altra
volta dichiareremo. Secondariamente egli risponde ad
una tacita obbiezione, perché potrebbe dimandare al-
cuno: onde è che egli solo presuma tanto dello ingegno
e sapere suo, che egli si pense di dovere scrivere degna-
mente quello che mai più non fu detto da nessuno? Al
che rispondendo dice, minerva, cioè Pallade dea della
sapienza; spira, soffia e mi dà i venti propizi e favo-
reggianti, perseverando nella traslazione, che non è
altro a dire, se non che la Filosofia gli dà la materia, se-
condo il precetto d'Orazio, che disse nell'Arte Poetica:
Rem tibi Socraticae poterunt ostendere chartae.
e conducemi Apollo, ed Apollo ovvero Febo Dio de' poe-
ti mi conduce e mi guida, perché Apollo è la scorta di
tutti i poeti, come padre e custode delle Muse; e nove
Muse mi dimostran l'orse; seguita meravigliosamente la
presa metafora, perciocché come ciascuna nave ha bi-
sogno di tre cose a salvamente giugnere in porto, dei
venti favorevoli che la spingano, d'un piloto pratico che
la regga e governi, e di chi ne dimostri l'Orse, cioè il Polo,
mediante il quale si naviga oggi; così ciascun poeta ha


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