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Biblia, Gn » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 451

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


distintamente, divideremo in tre: in poetiche e favolose,
in fìlosofiche ma riprovate, in filosofiche non riprovate.

Oppenioni favolose.

La prima oppenione favolosa fu quella di Caino,
la quale insieme con quella altra volgare dei duoi com-
pari mercatanti che cercano di ingannare l'uno l'altro,
non racconteremo altramente per non logorare il tem-
po in novelle. La terza fu di coloro che dissero, quelle
oscurità della luna, che gli antichi chiamavano Pro-
serpina, non essere altro che le macchie dello sperma
di Plutone quando ella gli acconsentì; la qual favola
sebbene si potesse interpretare, come quasi tutte l'al-
tre, moralmente, e tirarla a buon senso, tuttavia non
è ora questo né il tempo suo né il luogo. La quarta fu
di Plinio maggiore, il quale disse nella fine del IX ca-
pitolo del secondo libro: Egli non è dubbio che le stelle
si pascono d'umore terreno, e quinci è che elle si veg-
gono alle volte mezze macchiate, perciocché non han-
no avuto ancora tanta forza di trarre dalla terra e
succiare più; onde quelle macchie, dice egli, non sono
altro che le brutture della terra tirate insieme con
l'umore
. E sebbene Plinio non fu poeta, è poetica que-
sta oppenione sua, come si vede in Vergilio che disse:
convexa, polus dum sidera pascet.
E tuttoché egli fusse giudiziosissimo né credesse, per
quanto io credo, cotale oppenione, nientedimeno volle,
come diligentissimo, scrivere tutto quello che trovava
negli altrui libri, a utilità de' posteri, i quali per guider-
done di tanto benefizio gli hanno attribuito il sopranno-
me di bugiardo; e veramente gli uomini, come dice egli
stesso nel medesimo capitolo, non sono grati verso co-
loro i quali con grandissima fatica e diligenza hanno


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