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Petrarca, Francesco - Triumphi » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 452

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


dimostrata loro la verità o la via di trovarla. La quinta
è di Senofane, il quale, come racconta Cicerone nel suo
Lucullo, disse che nella luna s'abitava, non essendo
altro che una terra piena di molte città e monti; la
quale oppenione fu medesimamente de' Pittagorei, di-
cendo che in ella si truovano maggiori, migliori, più
begli e più gagliardi animali che in questa nostra. E
sebbene anco questi furono filosofi e non poeti, dissero
però cotali cose più poeticamente che da filosofi, ancora
che non si possano riprovare loro, anzi devemo cre-
dere che favellassero figuratamente e sotto metafore,
come fa Platone molte volte, il che diede se non cagione
certo occasione ad Aristotile di riprenderlo in molti luo-
ghi. Ed infino qui baste dell'oppenioni favolose.

Oppenioni riprovate

Dissero alcuni filosofi anticamente, che la cagione
di cotale accidente era perché avendo la luna gran pro-
pietà con l'acque e potestà sopra loro, ella elevava al-
cuni vapori, i quali, interponendosi fra la veduta nostra
e la luna, non ci lasciavano vedere tutta la luna, ma
ce ne impedivano ed oscuravano alcune parti, e queste
erano quelle che ci parevano oscure nella luna; e questa
oppenione poneva che cotali macchie non fussero nella
luna, ma difuori, cioè in quelle esalazioni e vapori
elevati da lei, i quali n'impedivano la veduta sua, e
così non erano vere queste macchie, ma apparenti. La
quale oppenione come falsa fu riprovata, perciocché l'om-
bre della luna appariscono sempre uniformi nel medesi-
mo luogo e della medesima figura, ma i vapori non si
tirano sempre uniformi né della medesima figura, anzi
diversissimamente; dunque non possono essere cagione
di cotali ombre, perché diversificata la cagione, si diver-


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