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Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie

Che l'ha per meno, e chi ad altro pensa
Chiamar si puote veramente probo.
Vidi la figlia di Latona incensa,
Senza quell'ombra che mi fu cagione,
Perché già la credetti rara e densa.
L'aspetto del tuo nato, Iperione,
Quivi sostenni, e vidi com' si move
Circa e vicin a lui Maia e Dione.
Quindi m'apparve il temperar di Giove
Tra 'l padre e 'l figlio, e quindi mi fu chiaro
Il variar che fanno di lor dove.
E tutti e sette mi si dimostraro
Quanto son grandi, e quanto son veloci,
E come sono in distante riparo.
L'aiuola che ci fa tanto feroci,
Volgendom'io con gli eterni Gemelli,
Tutta m'apparve da' colli alle foci:
Poscia rivolsi gli occhi agli occhi belli.


Il suggetto

Dante, l'ingegno e la dottrina del quale passò di
tanto, secondo alcuni, tutti gli altri poeti di tutti i
tempi e di tutte le lingue, che vien piuttosto divino
stimato che umano, essendo dopo alcuni ammonimenti
e doglienze di san Benedetto intorno la vita de' Reli-
giosi, e de' beni della Chiesa assai diversamente dagli
antichi ordini amministrati, dalla settima spera di Sa-
turno salito all'ottava delle stelle fisse nel segno de' Ge-
mini, nel quale era il sole quando nacque, dicendo
egli stesso


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