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Pietro d'Abano - In Problemata » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 497

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


di sopra, come si vede non solamente in quel leggia-
drissimo sonetto di messer Francesco Petrarca:
Quest'anima gentil che si diparte,
ma ancora nel nostro Poeta, il quale, sagliendo di spera
in spera infino al cielo de' Beati, serva l'ordine sopra
detto. E a chi dimandasse come queste cose possono o
sapersi o provarsi, si risponde che le vie sono più e cer-
tissime, e fra queste principalmente tre: la diversità
dell'aspetto, la tardità del moto e l'oscurazioni; cia-
scuna delle quali cose non può dichiararsi senza molte
parole, ed alcuni presupposti, i quali, oltra che ricer-
cano altro tempo, non sono necessari al proponimento
nostro, il quale non è altro che riferire principalmente
l'oppenioni de' più approvati autori, conciosiaché il
fare altramente non sarebbe opera da me, né che po-
tesse chiudersi in un libro ben grande, non che in
una Lezione sola.
Non voglio già lasciar di dire che non senza con-
siderazione e forse misterio, quegli che ordinarono la set-
timana, chiamarono ciascun giorno dal nome di quel
pianeta che regna la prima ora del giorno: esempigra-
zia, questo giorno che noi dal nome del Signor nostro e
di tutto l'universo chiamiamo Domenica, cioè dies do-
minica
, ovvero del Signore, si chiamava da' Romani
dies Solis, cioè il dì del Sole, perché la prima ora di
lui regnava il sole; sì come quello di ieri che noi chia-
miamo dagli Ebrei Sabato, era da loro chiamato dies
Saturni
, cioè il dì di Saturno, perché nella sua prima
ora regnava Saturno; e dimane sarà Lunedì, cioè il dì
della Luna, perché nella prima ora regnarà ella, e così
di tutti gli altri di mano in mano; la qual cosa può cia-
scuno agevolmente conoscere per sé medesimo, per-
ché, cominciando dalla prim'ora del dì nella quale re-
gnarà la Luna, e dando a ogni pianeta, secondo l'or-


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