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Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


dine loro, andando sempre allo 'ngiù, un'ora, trovarrà
che fornite 24 ore, nelle quali si divide il giorno, re-
gnarà nel principio dell'altro giorno Marte; e perciò
era anticamente chiamato dies Martis, e da noi, posto
prima il nome del pianeta, Martedì: e così colla me-
desima regola di tutti gli altri.

Della figura e movimento de' cieli
Capo quarto.


Che i cieli abbiano figura sperica o, per più vera-
mente dire, orbiculare, è non solamente verisimile e
comodo, ma eziandio necessario, per le ragioni che in
questo luogo non è d'uopo che si raccontino. Basta che
eglino, o siano otto o siano dieci o in qualunque altro
numero, contengono ed abbracciano l'uno l'altro, e
così vengono a essere non continui, ma contigui, non
altramente quasi che nelle cose artifiziali una palla grossa
d'otto o più doppi, e nelle naturali una cipolla. Né è
dubbio che il primo mobile, cioè l'ultimo cielo, il qua-
le, seguitando ora la più comune oppenione degli astro-
logi, è il decimo, si muove da Oriente per Occidente,
ritornando in Oriente in 24 ore, traendo seco con que-
sto movimento che si chiama il moto diurno, il quale
è regolatissimo, tutti gli altri cieli, i quali lo seguono
non violentemente, come molti credono, ma di lor pro-
pia volontà; anzi il principal fine loro non è altro che
seguire e imitare cotal moto, dal quale solo dipendono
tutti gli altri in tal maniera, che s'egli pure un punto
solo cessasse, tutto l'universo in un momento manca-
rebbe, anzi si risolverebbe in niente. Dopo questo se-
guita il nono cielo, il quale, oltra il moto predetto
di 24 ore, ha il suo moto propio da Occidente in Oriente,


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