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Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


e se alcuno dicesse che quello epiteto ovvero aggiunto
aligerum lo distingue, rispondiamo che Properzio disse
semplicemente, intendendo di Cupido:
Quicumque ille fait, puerum qui pinxit Amorem;
onde noi pigliaremo questo nome Cupido, sebbene non
è usato in cotal significazione né dal Petrarca, che
mi sovvenga, né dal Boccaccio, per quello stesso che
Amore. Diciamo ancora, che sebbene Cicerone stesso,
oltra gli altri, pone tre Cupidini principali, noi però
non ne porremmo al presente se non due, come sono due
le; Veneri lor madri; e questi sono quegli tante volte
da noi detti, l'uno buono, onesto e virtuoso, chiamato
celeste, e l'altro reo, disonesto e vizioso, chiamato vol-
gare: e questo ultimo è quello che fu dipinto da Mosco,
da Properzio e dal Petrarca, la qual pintura volendo
noi dichiarare, per procedere ordinatamente, divideremo
questa Lezione in più capi, secondo che più sono le du-
bitazioni in cotale pittura; e seguiremo non l'ordine
del Petrarca, il quale è poetico, ma quello che più age-
vole e più a proposito ci parrà, cominciando così:

Per qual cagione amore si dipinga garzone
ovvero fanciullo.


Come i fanciugli innanzi che pervengano agli anni
chiamati da noi della discrezione, sebbene hanno l'in-
telletto e il discorso, non però né discorrono né inten-
dono perfettamente, onde non si possono chiamare ve-
ramente uomini, come dice il Filosofo, né conseguire
la loro felicità, perché più seguono il senso che la ra-
gione; così gli amanti, più il senso che la ragione se-
guendo, non possono essere né uomini perfettamente
né veramente felici chiamati; e però dagli antichi teo-
logi e poeti, i quali sotto velami e oscuri fingimenti,


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