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Petrarca, Francesco - Rime sparse » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 528

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


do, come dice in questo luogo il poeta; e come Ti-
bullo soggiunse:
Post tamen es misero tristis et asper, Amor;
così il Petrarca seguitò:
Ma poi ch'Amor di me vi fece accorta,
Fur i biondi capegli allor velati,
E l'amoroso sguardo in sé raccolto.

Benché, potemo ancora intendere che Amore in diversi
tempi sia ora piacevole e quando crudele, o piuttosto
abbia in sé sempre una piacevolezza crudele, cioè che
sotto velame di volere giovare, noccia, e allora più in-
ganni quando meno il dimostra; e questo nell'Amor
virtuoso non può aver luogo.

Perché amore si dipinga nudo.

Credono alcuni che l'Amore fusse dipinto nudo
per dimostrare che egli non può celarsi, come si dice
ancora volgarmente della tossa; alcuni, per darne a ve-
dere che egli non ha vergogna nessuna; alcuni, per di-
notare che egli ne spoglia gli amanti di tutti i beni così
intcriori come esteriori; alcuni altri vogliono, come fu
Mosco; che Amore si pinga nudo le membra per mo-
strare che cuopre la mente per meglio ingannare al-
trui. Alessandro Afrodiseo, o chiunque si fusse, afferma
ne' suoi Problemi che Amore si finge nudo perché egli
è uri disiderio senza mezzo, e viene manifestamente,
perché niuno ama se non per amare, cioè godere e pos-
sedere la cosa amata, né si può amare nascostamente e
quello che altri non conosca. E questo ancora ottima-
mente conviene allo Amore celeste, perché, oltra che
non si possono amare quelle virtù che noti si conoscono,
anzi quanto più nude e semplici si veggono e conoscono,
tanto s'amano maggiormente; i veri amanti amano nu-


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