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Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


o col Petrarca:
Ad ogni altro piacer cieco era e sordo.

Perché co' capegli biondi e inanellati.

Io non penso che sotto i capegli biondi e inanel-
lati si nasconda altro misterio se non di farlo in ogni
cosa bello quanto si possa il più; perché nel vero gran-
dissimo ornamento sono i capegli, e massimamente a
una donna, e ognuno sa che il colore biondo, cioè giallo
come oro, è ne' capegli lodatissimo, come testimonia
tante volte il Petrarca; e i Latini quando vogliono lo-
dare un giovane di beltà, lo chiamano flavo, cioè bion-
do. Dipingono dunque amore flavo, cioè coi capegli
biondi e di più crespi, non come quegli che chiamiamo
oggi ricciuti, ma inanellati e tali naturalmente quali si
fanno dall'arte col ferro; e di più lunghi e sopra il bianco
collo ondeggianti, e tutto per maggior bellezza, se già
per essi non si devessero intendere i lacci con che Amore
lega, come disse il Petrarca delle trecce di madonna
Laura, ovvero come disse Dante:
Se io avessi le belle trecce prese,
Che fatte son per me scudiscio e ferza,
ec.
Ma in qualunche modo certa cosa è che una donna sen-
za capegli e, come noi diciamo, zuccona, è impossi-
bile quasi o che sia o che paia bella, non altramente,
come diceva Ovidio, che un albero senza foglie. E come
l'esser cieco non può in alcun modo convenire al vero
e perfetto Amore, così l'essere chiomoso, cioè aver la
zazzera, non gli rileva cosa alcuna, se già non gli accre-
scesse anco in questo modo in qualche parte la bellezza.

Perché si dipinga con l'ali.

Danno l'ali a Cupido, o perché, come dice Ales-


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