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Boccaccio, Giovanni - Decameron » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 533

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


Ancor (e questo è quel che tutto avanza)
Da volar sopra 'l ciel gli avea dat'ali,
Per le cose mortali,
Che son scala al fattor, chi ben l'estima.


Perché abbia gli strali, l'arco e la faretra.

Fingono i poeti che Amore abbia due strali: uno
di piombo, il quale scaccia l'amore e fa che l'amata non
riami, e l'altro non d'oro ma dorato, il quale induce
l'amore; onde disse Ovidio:
Fugat hoc, facit illud amorem.
E questi strali non sono altro, come si dichiarò di so-
pra, che quegli spiriti che uscendo dagli occhi entrano
nel cuore; la qual cosa per meglio dichiarare, fingono
ancora che Amore abbia l'arco col quale gli tragga,
nonostante che alcuni il dipinsero non con gli strali in
mano, ma col fulmine. E perché questi strali sono quei
razzi i quali uscendo dagli occhi delle donne amate e
entrando al cuore degli uomini amanti, non solo fanno
da prima l'amore, ma eziandio continovamente lo con-
servano, però dicono che Amore dalla sinistra ha la
faretra piena di strali; e questi medesimamente più con-
vengono all'Amore filosofico, perché più sottili sono
gli strali e più penetrevoli che escono dalle bellezze
delle virtù, che quegli non sono che dalle bellezze degli
occhi si partono; e però diceva Platone, che i morsi
della Filosofia quando truovano un generoso e magna-
nimo cuore sono più acri e acuti che quegli della vipe-
ra, e insomma che un giovane magnanimo più s'inna-
mora delle virtù e scienze d'un filosofo, che un filosofo
delle bellezze corporali d'un giovane.


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