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Averroes - In De generatione animalium » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 535

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


volmente si può nascondere. La quale esposizione io non
biasimo e non lodo; dico bene che a me piace più che
per gli quattro cavagli dipinti bianchi, perché così era-
no quegli che anticamente i carri trionfali tiravano, si
intendano le quattro perturbazioni e principali passioni
dell'animo nostro, le quali sono quelle di cui favellò
Vergilio in questo verso:
Hinc metuunt cupiuntque, dolent gaudentque, nec auras
Respiciunt;

e il Petrarca in questo altro:
Che 'n un punto arde, agghiaccia, arrossa e 'mbianca;
cioè timore, speranza, dolore e letizia, delle quali fa-
vellammo già lungamente sopra la sposizione di quel
dottissimo sonetto del reverendissimo Bembo, il quale
comincia:
A questa fredda tema, a questo ardente
Sperar,
ec.
Conciosiaché, come diceva Ovidio,
Res est solliciti plena timoris Amor,
temono gli amanti continovamente, e temono più cose
in un tempo medesimo e bene spesso diverse, così per
conto loro come per cagione delle donne amate; e qual
maggior timore, che aver paura di quello che più d'al-
tro si disidera? Quale era nel Petrarca disiderio mag-
giore che veder Laura ed esser da lei veduto? E pur disse
con tanto timore:
Io temo sì de' begli occhi l'assalto,
Ne' quali Amore e la mia vita alberga,
Ch'io fuggo lor come fantini la verga,
E gran tempo è ch'io presi 'l primier salto.

Il secondo affetto, ovvero cavallo, è la speranza la quale
mai gli amanti non abbandona, onde seguita che ab-
biano sempre e timore e speranza, e così steano d'o-
gni tempo fra due contrari, speme e timore; la quale


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