BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Prose » Varchi, Benedetto L'Hercolano - p. 763 » Aristoteles - Metaphysica » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 538

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


tra l'Amor lascivo s'arma tutto e difende, tanto farebbe
male se ciò contra l'onesto e virtuoso facesse; verso il
quale non che armare si debba ciascuno, tutti disar-
mare ci devemo e disporci a riceverlo.
Resta finalmente che si dichiari tutto questo ulti-
mo terzetto:
D'intorno innumerabili mortali,
parte presi in battaglia e parte uccisi,
parte feriti da pungenti strali.

Nel quale il poeta, accennando all'usanza degli impe-
ratori antichi, i quali trionfando dopo l'avuta vittoria
menavano nel trionfo i capitani e soldati da loro vinti,
pare che intenda per gli presi in battaglia gli inconti-
nenti, i quali assaliti dal disio vorrebbono bene contra-
stare, ma tratti dal piacere ciò non fanno perché, come
disse messer Francesco stesso:
E chi discerne è vinto da chi vuole,
E per gli uccisi intende di coloro i quali sotto tanto dal
disio acciecati, che in loro muore la ragione; e questi
non solo non si difendono, ma quasi semplici farfalle
al lume, corrono da sé stessi al lor male, e si chiamano
intemperanti, e perciò disse pur di sé il Petrarca:
Ma io incauto dolente
Corro sempre al mio male, e so ben quanto
N'ho sofferto e n'aspetto; ma l'ingordo
Voler, ch'è cieco e sordo,
Sì mi trasporta;

e quello che segue. Per gli feriti da pungenti strali in-
tende tutti quegli i quali sono bene assaliti dai concu-
piscibili disideri, ma ritraendosi al poggio alto e faticoso,
si difendono colla ragione, perché disse questo medesimo
poeta di sé stesso:
La voglia e la ragion combattut'hanno


pagina successiva »
 
p. 538 [II, 35]