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Rime » Ripa, Cesare Iconologia - p. 201 » Averroes - In Metaphysicam » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 552

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


do che meno o più sono perfette, non altramente che il
sole illumina egualmente tutte le cose, ma tutte le cose
egualmente non lo ricevono; anzi quanto sono più ma-
teriali e grosse, come è la terra, tanto ne pigliano meno
e manco risplendono; pare ragionevole che quanto cia-
scuno è più bello, tanto ancora sia migliore. E nel vero
così essere doverrebbe, perché se la bellezza è un fiore
che nasce dalla bontà, quanto sarà più bello, tanto e-
ziandio doverrà essere migliore; e questa è la cagione
perché ancora dai filosofi s'amano piuttosto i begli che
gli altri, perciocché amano principalmente la bellezza
dell'animo; e perché questa, essendo spiritale, non può
con gli occhi del corpo vedersi, bisogna ricorrere ad al-
cuna cosa che ne la possa dimostrare: e questa è la bel-
lezza corporale, la quale essendo la perfezione estrinseca
procedente dall'intrinseco, può e deve,
Come raggio di sol traluce in vetro,
mostrare in un certo modo se medesima; e per questa
ragione si può conchiudere che tutti i begli siano an-
cora buoni. Ma perché la sperienza, alla quale non con-
traddicono se non gli stolti, mostra apertamente il con-
trario, è necessario conchiudere che sebbene tutti i begli
doverrebbono essere buoni, non perciò sono, non altra-
mente quasi che tutte le belle case doverrebbono essere
abitate o da grandi o da ricchi, il che però non avviene; e
di ciò possono essere più cagioni: ma io per me credo,
oltraché la Natura alcuna volta varia e non consegue il
suo fine, che la colpa si debba prima ai padri dare, poi
ai maestri, e ultimamente agli amici. E di vero, chi non
tenesse l'oppenione degli Stoici, che tutte le cose dal fato
e necessariamente venissero, malagevolmente potreb-
bero rendere altra cagione perché i begli non siano tut-
ti buoni, presupponendo, secondo i Platonici, che la
bellezza esteriore dalla interiore procedesse, come fiore


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