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Biblia, Gn » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 556

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


dere di tutte l'altre. La quale oppenione pare che abbia
assai che fare con quella degli astrologi. E in qualunche
modo pare a noi esser necessario per intender queste e
molte altre difficultà così fatte, concedere che dai cieli,
come cause universali, siano tra le cose di quaggiù al-
cune occulte o convenienze o disconvenienze, mediante
le quali, senza saper noi perché, elle si portino o odio
o amore tra loro, e abbiano quello che i Greci chiamano
simpatia, e noi né più né meno come i Greci, compas-
sione. Certa cosa è che non solo nelle cose animate, ma
in tulle l'altre si truova se non amore ed odio propia-
mente tra sé, almeno cosa ad amore ed odio somigliante
e proporzionata, come, per lasciare stare mille altri
esempi pur notissimi, tra la calamita e il ferro, l'am-
bra e la paglia, le viti e i cavoli, e altri infiniti.

Onde è che gli amanti disiderino tanto
di stare sempre presso agli amati loro
Dubbio Quinto.


Se gli amanti, come dice tante volte il Petrarca,
non solo vivono essi nelle cose amate, ma le portano
ancora negli occhi e nel cuore continuamente, onde
Vergilio disse:
Multa viri virtus animo, multusque recursat
Gentis honos: haerent infixi pectore vultus,
Verbaque,
etc.;
onde è che gli amanti disiderano di star sempre appresso
le cose amate, e mai non partirsene? Si risponde che,
entrando l'amore per gli occhi, come si disse, e for-
mando nel cuore dell'amante ovvero nella fantasia l'i-
magine della cosa amata, della quale fa tante volte men-
zione il Petrarca, e Vergilio pur nel quarto:


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