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Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


sce Amore; questi sono i dardi che egli avventa; questi
la cote cui egli affìna le sue saette; e finalmente questi
sono l'
Ultima speme de' cortesi amanti.
E per tornare al principal dubbio, chi vuol cono-
scere se egli o alcun altro è innamorato o no, non ha più
manifesto segno né più certo, che conoscere se egli o al-
tri lontano dalla cosa amala s'attrista e s'affligge, disi-
derando d'andare ove ella è, e se fa questo, creda per
fermo d'essere innamorato, se no, sia certo che il suo
non è amore, non è vero e perfetto disiderio di bellezza.

Onde è che gli amanti temano sì forte e onorino
la presenza dell'amato
Dubbio Sesto.


Egli non è dubbio che gli amanti, ancora che siano
uomini fortissimi e sapientissimi, quando sono in pre-
senza dell'amato temano e in un certo modo l'adorino,
ancora che egli non fusse pari a loro; la cagione della
qual cosa è perché la bellezza, come s'è più volte detto,
è un raggio della divinità: onde quello che gli spaventa
non è cosa umana ma divina, cioè quello splendore che
riluce in loro, il quale è come un simulacro di Dio, gli
fa stupire e tremare di dolcezza e di maraviglia: onde
sono costretti a rendergli onore; e però disse il Pe-
trarca:
L'adoro e 'nchino come cosa santa.
Per questa cagione ancora non istimano gli amanti né
le ricchezze né gli onori quanto la presenza dell'amato,
anzi dispregiano e si fanno beffe d'ogn'altra cosa: il
che è ragionevole molto, perché le cose divine molto
più che l'umane stimare si debbono. Di qui ancora viene


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