BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Catullus, Gaius Valerius - Carmina » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 560

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


continovamente non sia da alcuno dolore infestato, e in-
somma che non muoia in sé e viva in altrui: onde è
impossibile che riscontrandosi in chi n'è cagione, non
s'attristi in un certo modo, e non abbia orrore; onde
la natura, come si vede in coloro che temono, ritira
dentro il sangue e gli spiriti, e lascia le parti superne
dalle parti di fuori senza sangue; oltra che è quasi pro-
pio degli amanti l'esser pallidi: onde Ovidio diceva in
non so qual delle sue elegie:
Palleat omnis amans: hic est color aptus amanti.
E da queste cagioni nasce ancora, che gli amanti né
osano né sanno né possono molte volte mandar fuori
la voce e far parole in presenza degli amati: onde na-
cque quel dottissimo concetto:
Se mai foco per foco non si spense,
con tutto il seguente, e Vergilio per mostrare questo,
disse di Didone:
Incipit effari mediaque in voce resistit;
perciocché ogni volta che l'animo è turbato o dubbio-
so, la lingua anch'essa diviene tale e non può fare l'u-
fizio suo, come si vede in coloro i quali o da paura o
da altro perturbati, o non possono favellare o balbet-
tano. Può ancora ciò avvenire per la troppa letizia, nella
quale il calore e gli spiriti correndo tumultuosamente
alle estremità del corpo, cozzano l'uno nell'altro e
s'impediscono, come si vede ancora negli irati. Può an-
cora avvenire non tanto per quello che disse il Petrarca:
Tanto le ho a dir, che 'ncominciar non oso,
ovvero come altrove:
Chi può dir com'egli arde è 'n picciol foco;
quanto perché si dimenticano in un subito di tutto quel-
lo che avevano pensato lungamente di dever dire; onde
il medesimo Petrarca:
Fanno poi gli occhi suoi mio pensier vano;


pagina successiva »
 
p. 560 [II, 58]