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Aristoteles - Problemata » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 589

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


ed il reverendissimo Bembo:
La qual or cinta di silenzio eterno.
Per fuggire la troppa o bassezza o volgarità, per dir
Così, come quando Vergilio per non dir lucerna disse
prima testa nella Georgica, e poi lychni nella Eneida;
ed il Petrarca per non dire in quel luogo Giudea o Ge-
rusalemme disse:
Ma quel benigno Re che 'l ciel governa
Al sacro loco ove fu posto in croce
Gli occhi per grazia gira;

e poco di sotto in luogo di Vangelo disse:
Infin là dove suona
Dottrina del santissimo Elicona.

Similitudine per ischifare la laidezza e disonestà, come
Quando Vergilio disse:
Hoc faciunt nimio ne luxu obtusior usus
Sit genitali arvo, et sul cos oblimet inertes.

Il che fece ancora Dante quando disse:
Ancor digesto scende ove è più bello
Tacer che dire, e quindi poscia geme
Sovra altrui sangue in natural vasello;

ed il Petrarca:
Ricorditi che fece il peccar nostro
Prender Dio per scamparne
Umana carne al tuo verginal chiostro.

E benché questi esempi siano nelle parole comples-
se e composte, tuttavia si truovano anco nelle semplici e
separate, ma si fa per non essere disonesto, mentre vo-
lemo insegnare l'onestà, ed alla materia presente non
importa; notearemo però, che sebbene tutte queste guise
di traslazioni convengono più agli scrittori in versi che
a quegli di prosa, nondimeno sono frequentissime an-
cora appo gli oratori, in quel modo che avemo mostrato
al luogo suo; ed ogni volta che la traslazione sarà fatta


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