Varchi, Benedetto
Lezioni sul Dante e prose varie
Ma perché la memoria innamorata
Chiude lor poi l'entrata,
Di là non vanno dalle parti estreme.
Ed è di tanta perfezione questa potenza, che ella è chia-
mata assai volte mente, non pure dai poeti toscani, co-
me quando Dante disse nella sua bellissima invoca-
zione:
O Muse, o alto ingegno, or m'aiutate;
O mente, che scrivesti ciò ch'io vidi,
Qui si parrà la tua nobilitate;
ed il Petrarca a ogni passo, come nel sonetto
Tornami a mente, anzi v'è dentro, quella;
ma ancora dai Latini, come Vergilio:
manet alta mente repostum
Iudicium Paridis, spretaeque injuria formae.
E tutte quattro queste virtù, delle quali favelleremo
lungamente nel luogo suo, sono mortali, dipendendo dalla
materia così nell'essere e conservarsi come nell'opera-
re, come sanno i filosofi; ma questo non importa ora;
importa bene il sapere, che elle sono separate e talmente
disgiunte quanto all'operazioni ed ufizio loro, che po-
temo talvolta essere impediti e mancare del dritto ufizio
d'una o più di loro e noti dell'altre, perciocché alcuni
hanno alcuna volta o offesa o guasta l'immaginazione
e non la cogitazione né la memoria; alcuni hanno cor-
rotta l'immaginativa e non la fantasia; alcuni la memo-
ria solamente; alcuni tutte e tre; alcuni due di loro:
non ho detto tutte e quattro, perché chi manca del
senso comune, come si dice volgarmente, non distingue
cosa alcuna.
E che le cose sopra dette siano vere, lo dimostra
apertamente Galeno colla esperienza, prima di se stesso,
e poi di Teofilo medico, al quale, essendo malato, pa-
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