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Boccaccio, Giovanni - Decameron » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 603

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


qui penso che sia tratto vagellare. Ma passiamo omai,
per non multiplicare in infinito, al capo che viene.

Che significhi propiamente delirare,
e che per traslazione
Capo Terzo


Credono alcuni che il verbo delirare sia voce greca
o discesa dai Greci, perciocché essi dicono ληρεῖν e παρα-
ληρεῖν
, quello che i Latini nugari, e noi cianciare; il
che per mostrare quanto sia falso, diremo qual sia l'o-
rigine e quasi nascimento di lui; dove sì vedrà mani-
festamente che egli non pure è latino, ma propio de' con-
tadini. E di vero parrebbe strana cosa e sconvenevole
che fusse composto d'un verbo greco e d'una preposi-
zione latina. Diciamo dunque che questo nome lira
scritto colla i latina ed avente la prima sillaba lunga,
significa appresso i Latini due cose: prima quello che
noi Toscani con vocabolo però tolto da loro chiamiamo
porca, cioè quella terra alzata, la quale è fra due sol-
chi, dove si semina, come dimostra apertamente Co-
lumella diligentissimo scrittore ed elegantissimo, quando
dice nel quarto capo del secondo libro delle Cose del Con-
tado: Liras autem rustici vocant easdem porcas, cum
sic aratum est, ut inter duos latius distantes sulcos me-
dius cumulus siccam sedem frumentis praebeat.
La qual
terra rilevata, ovvero porca, si chiama ancora latina-
mente, se bene mi ricorda, pulvinus, torus ed area.
Poi significa questo nome lira quei solchi grandi, o vo-
gliamo dir fosse, che i nostri contadini chiamano a-
cquai, i quali si fanno nei campi perché l'acqua non vi
si fermi e stagni, ma possa sgocciolare e così non noccia
a' seminati. E questi colali acquai si chiamano ancora


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