informazioni|progetto|link|home|

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie

e, per dirlo in una parola, indovinare in due modi: o
naturalmente, cioè per disposizione di natura ovvero
istinto naturale, il che viene dalle stelle secondo gli
astrologi; e questi tali che indivinano naturalmente, si
chiamano dai Latini con nomi greci ora fanatici, ora
linfati, ora proceriti, ora larvati ed ora demoniaci,
cioè spiritati, dei quali fanno menzione non solamente i
poeti, come Orazio quando disse nell'ultimo della Poetica:
Aut fanaticus error, et iracunda Diana,
ma ancora le leggi civili, per le cagioni che diremo al-
tra volta; e tutti questi indovini si comprendono ge-
neralmente sotto questo nome vaticinanti ovvero fu-
renti; il secondo modo d'indovinare non viene dalla
natura o dal cielo, ma dall'arte e dallo studio, e sotto
questo si ponevano, oltra gli altri, gli aruspici, gli augu-
ri e quegli che interpretavano i sogni, chiamati da loro
conjectores. Ma noi, per essere più brevi e meglio intesi,
diciamo, seguitando il Pontano, che la divinazione è di
due maniere: una di coloro che si chiamano furenti,
e questi sono tutti quegli i quali o non intendono quello
che dicono, o non sanno perché cagione si muovono a
dirlo; la seconda maniera è di coloro che si chiamano
matematici, e questi son tutti quegli i quali ed inten-
dono le cose che dicono, e la cagione perché le dicano:
onde questi, seguitando i precetti dell'arte, predicono
solamente le cose universali, dove quei primi, cioè i
furenti, predicono ancora le particolari, come testimo-
nia chiaramente il grandissimo Tolomeo nella prima
delle sue cento sentenze. E questi furenti, che i Latini
chiamano ancora numine afflati, cioè tocchi dallo spi-
rito o veramente spirati da Dio, sono anch'essi di due
maniere: perciocché alcuni predicono le cose future e
s'appongono, come furono i Profeti e le Sibille; al-
cuni predicono bene, ma non s'appongono, come pos-

pagina successiva »