BIVIO: Biblioteca Virtuale On-Line
Biblia, Io » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 629

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


o inavvertenza per ventura della stampa, che in iscam-
bio di allegare quel luogo di Terenzio negli Adelfi:
Sed ego haec hariolor,
nella prima scena del secondo atto, allegasse Teren-
zio nel Formione; il che se fusse così, si potrebbe
a un bisogno difendere, faccendo il punto sed ego
haec hariolor, e pigliando hariolor nella seconda si-
gnificazione, cioè per indovinare cose false e che non
saranno; benché i più non pongono il punto dopo il
verbo hariolor, ma più di sotto, e l'interpretano per
indovinare veramente. Ma di questo, essendo egli, la
buona mercé di Dio, e vivo e sano, mi rimetto al giu-
dizio e sposizione sua, o a chi egli commettesse cotal
difesa; perché io non disputo per offendere o sgarare
persona, ma per imparare e difendere la verità.
E per mostrare ch'io procedo ingenuamente, come
si deve ancora tra gl'idioti, non che tra i letterati, e
non ascondo nulla di quello che so, ancora che potesse
fare contra me, dico che Erasmo nel proverbio Hario-
lare
, dice alcune cose le quali si potrebbero pigliare
da chi volesse in qualche parte contra l'oppenione mia,
sebbene piuttosto dice per me; ma in qualunche mo-
do, dico che la sua dichiarazione non solo non mi piace
in quel luogo, ma è falsa, ancora che faccia in favore
mio. Né questo paia maraviglioso ad alcuno, percioc-
ché gli uomini ancora letteratissimi e in greco e in la-
tino, come egli fu veramente, sono uomini, e lui, ol-
tra l'altre cose, deveno scusare l'opere composte da lui,
il numero delle quali è, si può dire, senza numero.
E perché ciascuno ama piuttosto e crede più volentieri
al giudizio suo che all'altrui, porrò le parole formali, e
così darò fine al presente capo, avendo, secondo che a
me pare, dimostrato manifestissimamente che vatici-
nari
ed hariolari non significano né propiamente né


pagina successiva »
 
p. 629 [II, 131]