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Petrarca, Francesco - Triumphi » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 709

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


degli uomini, che solo la verità e l'onesto attendere si
deveno. E se credono sbigottire altrui o coll'autorità
di dottori legisti o colle sentenze de' Principi, sappiano
quanto alla prima, che l'Autore del Discorso tiene l'Al-
ciato per lo primo che sia tra loro, o almeno pari a qua-
lunche altro de' moderni legisti; perché egli non chia-
ma il Budeo, e altri somiglianti, legisti; e nondimeno
crede di poter provare che nel libro fatto da lui sopra
la materia del duello siano moltissime cose parte male
intese e parte degnissime di riprensione; e insomma
presta più fede a un capitolo solo del Muzio o del Pos-
sevino, che a tutto quello che l'Alciato dice. Quanto
alla seconda parte, egli sa che i Principi si debbono
ubbidire, e gli ubbidisce; ma nei casi delle lettere e do-
ve ne va l'onore, non crede all'autorità de' filosofi, non
che a quelle de' Principi, ma solo alle ragioni e alla Na-
tura stessa, la quale, come infallibile, è e deve essere
regola di tutte le cose.
E qui sia il fine di questa benedetta risposta, nella
quale v'ho attenuto quanto vi promisi, cioè, che non
ci spenderei oltra cinque ore. Bene è vero che sono sta-
to interrotto, mentre che io la dettava, più volte da
diverse persone, e perciò è di tre mani, come vedrete.
State sano e seguitate di mantenere, come infin qui fat-
to avete, la magnanimità dell'animo vostro insieme con
la giustizia, né vi lasciate altro persuadere che quello
che la ragione e l'onesto comandano.
Molto Mag. e Valoroso Sig. mio Oss.
Oggi che siamo al secondo di luglioa ore XX in mar-
tedì, ho ricevuto la lettera di V. S. del giorno di S. Piero,
e perché Messer Giovanni nostro de' Rossi mi scrisse sa-
bato che alloggierebbe questa sera qui sotto Orvieto, e
il Reverendissimo Governatore ed io volemo andare


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