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Catullus, Gaius Valerius - Carmina » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 721

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


da quelli son sopportate le medesime fatiche nel pigliar
le fiere, che questi provano nel condurre gli eserciti.
E certo senza fatica non solo non può l'uomo farsi atto
all'arte militare, ma non pure attendere ad acquistar
dottrina o virtù alcuna; imperocché l'acquistar la virtù
è dubbioso, ma la fatica è certissima; questa si vede,
quella è ascosa; conciosiaché se la virtù fusse vista dalle
luci nostre come un corpo, sarebbe forse meno abban-
donata da noi, perché allora chiaramente si cognosce-
ria, che siccome ella noi vede, così noi potremmo con
facilità veder lei, e ne seguirebbe che vedendo ciascuno
la cosa desiata e amata, si sforzeria per venir di quella
posseditore, attendere a quelle lodevoli opere e a quelle
onorate fatiche che lo potessino far chiaro e alzarlo da-
gli altri. Ma la vile e cieca gente notrita lascivamente
negli oziosi piaceri, solo per farsi lontana dalle fatiche
pensa dalla virtù non esser veduta, poi che la forza de-
gli occhi suoi, come di quella non degna, non la può
vedere, né sanno o scorgono che ella non è nata tra
noi, ma è immortale, e in un medesimo tempo è in
questa parte e in quella, e, secondo i meriti di ciascu-
no, orna chi la segue d'onorata fama, così di vitupe-
roso biasmo lega chi la fugge. Né più mi stenderò in
lodar le virtuose parti della caccia, parendomi che ella
né appresso di voi né altrove abbia bisogno d'esser più
lodata; ma per seguire il primo proposito nostro, pas-
seremo più innanti dicendo

Le varie maniere di caccia
Capo Primo.


Poi che di sopra si è ragionato quanto ragionevol-
mente fussi sempre in pregio la caccia, e di quanti beni


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