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Biblia, Gn » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 723

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


re; lo ingegno, che sopra l'altre parti è in pregio, in
questa fa pruova, in, saper conoscere il partito nello at-
traversare il cammino. La qual cosa non essendo oscura
a quelli antichi ingegni a chi non bastò veder le parti
terrene, che discopersono ancora i secreti delli cieli,
chiaramente nelle loro famose opere scrissono quali
cacce fussino onorate e quali vituperate, come nelle
santissime leggi di Platone si vede, dove egli vieta tutte
le altre maniere di cacce, e quella sola loda e stima;
la cui maravigliosa autorità intendo che mi basti per
non ragionar più lungamente.

Il parlare usato nella caccia
Capo Secondo.


Ma perché secondo la natura e l'età dell'uomo a
molti giova la caccia più che non fa ad altri, egli è ra-
gionevole il distinguere, che l'operare ha da farsi dalli
giovani, come il consigliar si deve lasciar a' vecchi. Sarà
dunque il cacciatore d'animo ardente e d'anni fresco e
di persona asciutta e robusta, acciocché egli sia atto al
levarsi tre e quattro ore innanzi dì, al cavalcar lunga-
mente e correre, a lanciar l'aste, al colpire, nel cre-
scere e riscaldare l'animo quando si assalta qualche fe-
roce animale, nel ferirlo, nel fermarlo, nel sopportar
la fame, la sete, nel saper pascersi solo di pane e d'a-
cqua. Le quali cose chi sarà d'età conveniente e di animo
generoso, non solo sopporterà leggermente, ma di giorno
in giorno egli diverrà più lieto dell'onorata vittoria del
vincer le fatiche.
Ma passando più innanzi, dico ch'io credo che bella
cosa sia d'ogni materia saper ben parlare, e con parole
propie e accomodate a ogni cosa di che si ragiona. E per-


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