Varchi, Benedetto
Lezioni sul Dante e prose varie
scienza niuna senza metodo. E ben so che molti sono
oggi coloro i quali insegnano, i quali non solo non han-
no metodo alcuno, ma non sanno anco che cosa sia me-
todo, né forse l'hanno sentito ricordare mai, principa-
lissima cagione del poco frutto che fanno così per se,
come per altri.
Quanti i metodi siano.
Se tutte le. cose le quali non solo si sanno ma che
si possono sapere, caggiono necessariamente sotto al-
cuno de' cinque abiti detti di sopra, conciosiaché i pri-
mi tre, intelletto, sapienza e prudenza, siano nell'in-
telletto specolativo, il cui fine è contemplare e sapere,
e gli altri due prudenza ed arte nell'intelletto pratico,
il cui fine non è principalmente sapere, ma operare;
certa cosa è che se si trovasse un metodo il quale ser-
visse a tutti e cinque, e ne mostrasse la vera via d'ap-
parargli tutti con certa ragione e brevità, questo solo
bastarebbe. Ma che questo si truovi, non è dubbio nes-
suno a chi sa; perciocché la Loica o Dialettica che vo-
gliamo dire, comprendendo sotto questo nome così la
Topica ovvero locale che n'insegna i luoghi, ovvero
l'invenzione, come la giudiziale cioè la Dimostrativa,
è quella o scienza o arte o piuttosto facoltà, la quale
sola ne mostra la via e ne guida così a tutte le scienze,
come a tutte l'arti; perché comprendendo la Filosofia
tutte le cose, e dividendosi principalmente in due par-
ti, in contemplativa ed in attiva, la Loica insegna nella
contemplativa trovare il vero dal falso, e nell'attiva di-
stinguere il buono dal reo; i quali duoi sono i fini di
tutte le cose, il primo delle specolative, ed il secondo
dell'attive. Onde se vorremo intendere e pigliare per
metodo quella via la quale generalmente ne guida e con-
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