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Petrarca, Francesco - Rime sparse » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 796

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie



De' tre stili

Le maniere ovvero sorti del dire, che i Latini ora
forme ed ora figure, ed i Greci chiamano caratteri,
colle quali si può scrivere lodevolmente così in prosa
come in versi, sono tre: alta, mezzana, umile. La qual
cosa non da Omero, come credono molti, fu tratta, ma
Omero stesso dalla Natura la cavò; perciocché tutte le
cose delle quali si può scrivere sono o alte o mezzane
o umili. E perché la forma dello scrivere, e finalmente
lo stile col quale si scrive, debbe essere sempre con-
forme e dicevole alla materia ovvero soggetto che si
scrive, quinci è che col primo, il quale ora alto e su-
blime, ora pieno e copioso, ora ardente, ora ampio, ora
veemente, ora robusto ed ora altramente fu chiamato
dagli autori latini, si scrivono le cose alte, magnifiche,
eccellenti, come sarebbero le guerre ed altri cotali av-
venimenti. E con questo scrisse Omero l'Iliade e l'O-
dissea
, e Vergilio l'Eneida. Col terzo modo ovvero stile,
il quale ora umile e basso, ora estenuato e sottile, ora
schietto, ora acuto, ed ora altramente fu chiamato
da' medesimi latini, si scrivono le cose umili, picciole,
povere e somiglianti. E con questo scrisse Teocrito la
sua leggiadrissima opera pastorale, e Vergilio la Bucco-
lica
ad imitazione di lui, benché non così felicemente,


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