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Valerius Flaccus, Gaius - Argonautica » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 86

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


Tutte le bontà e tutte le perfezioni di qualunche
maniera, non pur quelle che sono, comunchemente e
in qualunche luogo si siano, ma eziandio quelle che
furono ab eterno, e che saranno per lo innanzi, furo-
no, sono e saranno sempre unitissimamente, magni-
fico consolo, nobilissimi accademici e voi tutti, uditori
benignissimi, in Dio ottimo e grandissimo: anzi (per
meglio dire) egli solo è essa bontà e la perfezione stessa,
perciocché da lui solo, e non da niuno altro, come da
cagione principalissima e universalissima di tutte le cose,
procedono senza dubbio alcuno, o immediate o median-
temente, tutte le bontà e tutte le perfezioni che per tutto
l'universo in tutte le cose si truovano. Conciosiaché
niuna cosa si ritruovi in luogo nessuno, quantunche
vile ed abbietta, la quale della bontà di Dio e della per-
fezione non partecipi, ma qual più e qual meno, secondo
che meno o più alla natura di ciascuna si conviene. E
questo (penso io) volevano i poeti, che non sono altro
che filosofi morali, significare, quando dicevano, che
tutte quante le cose eran piene di Giove, cioè di Dio.
Il che affine che meglio e più agevolmente s'intenda,
devemo sapere, che delle cose che sono, alcune sono tutto


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