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Valerius Flaccus, Gaius - Argonautica » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 808

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


verbigrazia, un desco, il subbietto sono i legni, lo stru-
mento la sega, il martello, l'ascia, la pialla ed altri si-
mili. E se bene questo appare più chiaramente nell'ar-
ti manuali, non è che non sia ancora nell'arti liberali
ed ancora nelle scienze, di tutte le quali lo strumento
sono le parole, benché considerato diversamente, come
altrove s'è fatto noto, e di sotto si vedrà abbastanza.

L'uffizio
Capo settimo.


Ancora che l'uffizio ed il fine si pigliano alcuna
volta per una cosa medesima, non è che non siano
molte fiate diversi e differenti, perché, come ne inse-
gna Marco Tullio, il fine di un medico è sanare, l'uf-
fizio è curare di maniera che sani. Similmente il fine
d'un oratore è persuadere dicendo, l'uffizio è dire at-
tamente, e cose che debbiano ragionevolmente persua-
dere. Onde un retore se non persuade, non erra, né
perde il nome dell'eloquente, ma se non dice cose atte
a persuadere, non è retore. Così un medico se fa l'uffizio
suo, cioè cura attamente a sanare, se bene non asse-
guisce il suo fine, cioè non sana, non perciò non è
medico; perché il fine non è in sua podestà per molte
cagioni, ma è bene in potestà sua l'uffizio, cioè fare quello
che debba, e quello che all'arte s'aspetta della Medicina.

L'utilità
Capo ottavo.


Tutti e sette i capi raccontati di sopra sarebbono
nulla senza questo ottavo, perché se bene gli sapessimo


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