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Plato - Respublica » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 809

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


tutti in qualunche si voglia scrittore e non pensassi-
mo che gli scritti di lui ci dovessino arrecare alcuna u-
tilità, mai non ci moveremmo a leggerli non che a stu-
diargli, perché gli uomini non faticano mai se non in
quelle cose le quali siano per apportarne loro o utile o
diletto o onore, le quali tre cose comprendiamo sotto
nome d'utilità; la quale dove si vede maggiore, quivi
corrono gli uomini e s'affaticano più volentieri. Onde
in tutti gli autori si deve sapere prima qual sia l'utili-
tà che da essi si possa e debba aspettare.

La divisione
Capo nono.


In quel modo che un genere non può bene cono-
scersi da chi non conosce le spezie sue tutte quante,
così a ben conoscere un tutto, è necessario conoscere
prima le parti sue tutte quante. E per questa cagione si
dividono l'opere in libri, i libri in trattati, i trattati in
capitoli, i capitoli in altre parti minori. E per certo le
divisioni n'pportano grandissime comodità. È ben vero
che le cose si vogliono dividere, non sminuzzare, farne
parti non pezzi, per non dire bricioli, come fanno al-
cuni nel dividere, anzi stritolare qualunche minima
particella, non s'accorgendo che tanto è malagevole il
tenere a mente il troppo picciolo, come il troppo grande;
perché si hanno bene a dividere i libri dagli spositori,
come fanno i greci, ma non già tritargli, come usano
alcuni de' latini.


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