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Averroes - In De divinatione per somnum » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 846

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


non glie 'l contese, ma non mi ricordo per qual cagio-
ne, e non avendo ora il libro non so che dirmi; e perciò
le lascerò come alcune altre, senza favellarne. Rodi a 59
e 2 vuol dir roda; se lo pone a 59 e 4 sta benissimo, ma
pure quando aveste detto lo si pone, arebbe avuto forse
più del vago; e così a 125 e 3 te lo darà, lo ti darà,
come disse il Petrarca: io le mi strinsi a' piedi, piutto-
stoché io me le strinsi, per fuggire il modo volgare, e
tanto più non l'avendo voi usata, che mi ricordi, in
tutta l'opera; ma questo è un uscire della commessione
datami, ma tutto attribuite all'affezione mia verso voi e
verso quest'opera, la quale non v'ho lodata ora né vi
loderò, per lo avervene io scritto il parer mio lunga-
mente quando voi la mi mandaste. Dunque tornando
donde sono partito, in questo verso, a 62 e 4, Non vo-
lendo che più se n'occidesse, mi pare che essendo quel
più nel numero plurale dovesse dire uccidessero; né però
lo biasimo, anzi credo che la nostra lingua usi ancora di
congiugnere alcuna volta, come nella greca si vede, un
nome nel numero del più con un verbo del numero del
meno; e lasciamo stare,
Che s'al contar non erro, oggi ha sett'anni,
a me pare che in quel verso
Per bene star si scende molte miglia,
sia cotal modo di favellare; del che ancora aspetto l'op-
penione vostra per esserne meglio risoluto, che così di-
rei, piuttosto che risolto per sincopa, come è scritto a
67 e 3. Dopo un lungo volger d'ora: arei caro un esem-
pio dove ora si pigliasse per tempo in cotal modo di
favellare. Ottavo mese, a 67 e 4, credo voglia dire anno.
Funebri tassi: quell'albero che i Latini dissero tasso,
noi diciamo ordinariamente nasso, a 94 e 5. Leonzini,
a 96 e 6, noi diciamo leoncini. Le picciol braccia mi
par duro, come dissi di sopra, pure più tollerabile nel


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