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Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie



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Molto Mag. Sig. mio Osserv.

V. S. m'impose l'altrieri a nome dell'Illustrissi-
mo Principe che io dovessi ingegnarmi di trovare quanto
prima potessi alcuna impresa per sua Eccellenza; e a-
vendola io dimandata se quella avea più l'animo a una
cosa che ad un'altra, mi rispose di no, ma che io ne
facessi più e diverse, a fine che potesse scegliere quale
di loro più all'animo gli andasse. Io disideroso di ubbi-
dire S. E. Ill. se non quanto debbo, almeno quanto so
e posso, come non volli allora replicare cosa alcuna a
V. S., così non voglio mancare ora di dirle che io giu-
dico che il fare una impresa, ancora per un semplice
signore, non che per un principe di tante virtù e di così
grande speranza, sia cosa di molta importanza e da do-
versi diligentissimamente considerare sì per altre ca-
gioni, e sì massimamente perché da cotali imprese so-
gliono molti giudicare qual sia l'animo e la natura di
coloro che le portano. La qual cosa io non dico mosso
da altra cagione che dal debito della divozione e servitù
mia verso S. E., né ad altro effetto se non perché V. S.


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