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Plato - Respublica » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 16

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie



Dello sperma dell'uomo.

Lo sperma, o vero seme genitale e umano, il quale
si chiama qualche volta genitura, benché pare che Ari-
stotile voglia fare alcuna differenza tra sperma, seme e
genitura, non è altro, che il superfluo del nutrimento,
cioè quello che avanza dell'ultima e perfetta digestione;
e benché si chiami superfluo e avanzaticcio, non è però
superfluo né avanza assolutamente e semplicemente,
ovvero del tutto, come i sudori e altri più brutti escre-
menti al tutto inutili; perciocché lo sperma, se bene è
superfluo all'individuo e a' particolari, perché come
sperma non può nutrire né convertirsi in membra, non
è però superfluo, anzi necessarissimo alle spezie. Per-
ciocché non potendo la Natura perpetuare gl'individui,
ingenerò in tutti gli animali un desiderio di generare cosa
somigliante a sé, e così di perpetuarsi almeno in ispezie
e successivamente, mediante il congiugnimento del ma-
schio e della femmina, e mediante la generazione; la
quale non si può fare senza lo sperma, la materia del
quale è schiumosa e spugnosa, perché vi si rinchiude
dentro assai spirito, come nella spugna assai acqua: onde
spargendosi in terra tosto diventa minuto, e si secca
prestamente, perché lo spirito si parte e esala via, e l'al-
tra parte viscosa si ristrigne e raccoglie insieme; e in
quello spirito, il quale è corpo aereo, caldo e sottile, si rac-
chiude la virtù generativa ovvero informativa, secondo
i medici. La quale virtù gli è data principalmente dal
cuore, secondo Aristotile, e non da' testicoli, come vuole
Galeno. Perciocché i testicoli, secondo Aristotile, ser-
vono solamente per instrumento, e sono, secondo lui,
come due piombi o pesi che tengono aperti i vasi sper-
matici ovvero seminarii; i quali sono due vene e al-


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