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Biblia, Gn » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 154

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


E oltra le ragioni de' filosofi e de' teologi, niuna nazione
fu mai tanto barbara, che non credesse Dio essere, an-
cora che non sapessero quello che si fusse. E come io
confesso, che in molte delle cose celesti non si può a-
vere certa e fermissima dimostrazione, così niuno che
creda ad Aristotile può negare, che non sia meglio il
sapere delle cose divine, ancora che poco e probabil-
mente, che delle terrene molto e dimostrativamente.
E affine d'essere più chiari e più distinti, procederemo
per capi.

Quello che Dio sia
Capo Primo.


La quidità, cioè l'essenza e la natura, e in som-
ma la sostanza delle cose semplici e incomplesse, come
le chiamano i loici, non si può conoscere se non me-
diante la diffinizione: le diffinizioni si fanno tutte del
genere e delle differenze: Dio è sopra tutti i generi e
sopra tutte le differenze: dunque la sostanza e la natura
di Dio non si può cognoscere. E forse per questa ca-
gione cercarono molti d'intenderlo per negazione, ri-
movendo da lui tutto quello che egli non fusse, di-
cendo: il primo Ente, e il primo principio di tutti gli
enti, cioè di tutto l'essere, e in somma la prima so-
stanza, e il primo intelletto, il quale è prima cagione e
ultimo fine di tutte le cose, non può essere accidente:
non può essere materia: non può essere corpo: non può
essere forma corporale ovvero materiale: non può es-
sere intelletto né intelligenza nel modo che sono gli al-
tri intelletti e intelligenze: e così di tutte l'altre cose
che al primo ente non si convengono. Ma perché que-
sta cognizione non può essere perfetta, non dichiarando


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