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Tommaso d'Aquino - In primum Sententiarum Petri Lombardi » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 160

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


attimo medesimo, con una vista sola: e così è presente
a lui il futuro, come il passato. Onde dottissima fu
quella circonscrizione di Dante:
Colui che mai non vide cosa nuova.
Quanto al dubbio, se Dio ha provvidenza, e come, fu-
rono alcuni, come
Democrito, che 'l mondo a caso pone,
i quali la negarono in tutto e per tutto, e nelle cose ce-
lesti, e nelle terrene. Onde Lucrezio, seguitando l'Epi-
curo, il quale fu ogni altra cosa che epicureo, scrisse
que' versi tanto falsi, quanto begli:
Quod si jam rerum ignorem primordia quae sint,
Hoc tamen ex ipsis coeli rationibus ausim
Confirmare, aliisque ex rebus reddere multis,
Nequaquam nobis divinitus esse paratam
Naturam rerum tanta stat praedita culpa.

Alcuni altri vogliono che la provvidenza di Dio non sia
se non d'intorno alle cose incorrottibili, e che non passi
il cielo della luna. Altri, che ella si stenda ancora alle
cose corrottibili; non già negli individui, per la molta
imperfezione che in loro si ritruova, ma solamente se-
condo la spezie. Ora noi, per risolvere questa lunghis-
sima e difficilissima quistione brevissimamente e agevo-
lissimamente, diciamo, che provvedere non significa
altro, che indirizzare le cose nell'ordine e fine loro; e
l'eseguire cotale ordine si chiama governare; del che
segue necessariamente, che Dio provvegga e governi
tutte le cose, così terrene come celesti: e tanto in par-
ticolare quanto in universale, in quel modo a punto che
egli l'intende e conosce; il quale è tanto eccellente e
sopra la capacità umana, che solo esso, e nessuno altro
intelletto intendere lo può. E però cristianamente favel-
lò il nostro cristianissimo poeta e teologo, quando disse:


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