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Averroes - In De divinatione per somnum » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 178

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


oimè non dico dell'onor mio, ma del sangue stesso!
E Dio sa perché, o a superbia e arroganza, o a viltà e
dappocaggine, quello, ch'io per modestia faceva (sia-
mene testimonio Dio) e per umiltà. Per queste cagioni
adunque (oltra molte altre giustissime), e perché co-
nosceva benissimo d'essere stato eletto da voi a consolo
in quel tempo che tutti (se non se alcuno o troppo poco
saggio, o troppo ambizioso, per non dir forsennato e ma-
ligno) per le discordie e malivolenze nostre fuggivamo
il consolato, non già come più suffiziente degli altri,
ma ben come più ubbidiente mi risolvei d'accettarlo:
confidatomi prima nell'aiuto di Dio e del santissimo
principe nostro, poi nelle umanità e cortesie vostre.
E per ciò fare, dopo que' molti pericoli, noie e travagli
pur troppo a ciascuno di voi manifesti, venni oggi e
salii in su questo celebratissimo seggio, dove da te,
molto magnifico ed onorando antecessor mio, ho
non solo ricevuto l'autorità del consolato dell'Accade-
mia, e del rettorato dello Studio Fiorentino, secondo le
ceremonie e usanze nostre consuete, ma ancora tante
e sì grandi e sì diverse lodi, ch'io non osarei (se non
fussi del tutto stolto) né disiderarle ancora, non ch'io
creda che giustamente mi si convengano; ma tutto
assegnando parte alla bontà e sincerità della benigna na-
tura tua, che giudica gli altri secondo lei, e parte all'amor
tuo verso me,
Che spesso occhio ben san fa veder torto;
ti dirò solamente e con verità, che tanto è stato a te
caro il darmi cotal officio, tanto e più è stato a me gio-
condo il pigliarlo dalle tue mani, e siccome spero da te
consiglio e aiuto in tutte le bisogne e occorrenze che
ne accadranno; così vorrei, che da me sperassi tu tutti
quelli favori ed onori che da questo grado posson venire.
Ora a voi, dottissimi accademici, rivolgendomi, e


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