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Porphyrius - Isagoge » Aristoteles - Oeconomica » Varchi, Benedetto Lezioni sul Dante - p. 179

Varchi, Benedetto

Lezioni sul Dante e prose varie


quelle grazie rendendovi, che per me si possono e deb-
bono maggiori, non solamente vi conforto con tutto il
cuore, ed esorto con tutta l'anima,
Con le ginocchia della mente inchine,
e con le braccia aperte vi prego, vi stringo, vi gravo e
vi scongiuro per tutte quelle cose che più amate, che
più vi son care, che vi piaccia non dico per amore e
rispetto di me, che sono nulla, ma per rispetto e amore
del nostro giustissimo e clementissimo principe, che è
ogni cosa, e per l'onore non tanto di quest'Accademia,
la qual non ardisco di chiamar più né fioritissima né
felicissima, come soleva, ma ancora per lo vostro me-
desimo, che vi piaccia, dico,
di por giù l'odio e lo sdegno,
Venti contrari alla tranquilla vita;

e vi ricordi, che tutto quello farete, non a me lo fare-
te, ma al consolo della vostra Accademia. Ed io dalla
parte mia vi prometto, e così (se Dio mi tenga in buona
grazia di sua eccellenza illustrissima) v'atterrò, d'es-
servi e buon padre, e buon fratello, e buon figliuolo,
e generalmente buon amico, buon consolo a tutti quan-
ti; e di far sì con parole e con fatti (posponendo tutt'i
comodi e piaceri propri, e non perdonando né a tem-
po, né a spesa, né a fatica), che ciascun di voi cono-
scerà apertissimamente, che niuna cosa al mondo m'è
né più a cura né più a cuore, che l'utile comune, e
l'onor pubblico di questo luogo. Ed ho speranza, non
mica in me confidandomi, ma nell'ubbidienza de' bi-
delli, nella diligenza del massaio, nella sollecitudine del
provveditore, nella pratica e discrezione del cancellie-
re, nella dottrina e giudizio de' censori, e finalmente
nella prudenza e fedeltà de' consiglieri, per non dir nulla
di tanti lettori pubblici e privati, e di tanti amici miei
non meno buoni e dotti, che amorevoli e diligenti, che


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